mercoledì 21 dicembre 2011

Rendimento energetico degli edifici e detrazioni fiscali del 55%




Mentre a Bruxelles si continua a ripetere che gli edifici consumano il 40% dell’energia e producono il 36% delle emissioni di CO2 dell’Unione europea, l'Italia è stata richiamata perché sembra che non soddisfi gli obblighi dell'Unione, soprattutto in materia di certificazione energetica. Cosa è successo?

La direttiva 2002/91/CE, sul rendimento energetico nell'edilizia, ha posto l'obiettivo di un miglioramento del rendimento energetico degli edifici nella Comunità e la Commissione ha chiesto formalmente all’Italia di conformarsi all’integralità delle norme UE, inviandole un parere motivato. 

Sembra infatti che i proprietari siano autorizzati ad autocertificare il rendimento energetico se dichiarano che il loro edificio appartiene alla classe di consumo inferiore G. Il nuovo proprietario o il nuovo inquilino non ricevono così alcuna informazione sui consumi che andrà a pagare, avendo solo un'informazione: i consumi saranno molto alti. In caso di affitto, invece, gli attestati sono considerati obbligatori solo per i nuovi edifici e non per quelli esistenti che non abbiano già un contratto al momento della sua conclusione.

L'aumento del rendimento energetico possiede un posto di rilievo nel complesso delle misure e degli interventi necessari per conformarsi al protocollo di Kyoto. I settori residenziale e terziario, sembra scontato dirlo. sono in continua espansione e i loro consumi e le loro emissioni sono destinati ad aumentare. Per questo la gestione del fabbisogno energetico è uno strumento fondamentale per consentire la sicurezza degli approvvigionamenti a medio e lungo termine, oltre che influenzare positivamente il mercato mondiale dell'energia.

Al punto 10 della Direttiva troviamo scritto:

Il rendimento energetico degli edifici dovrebbe essere calcolato in base ad una metodologia, che può essere differenziata a livello regionale, che consideri, oltre alla coibentazione, una serie di altri fattori che svolgono un ruolo di crescente importanza, come il tipo di impianto di riscaldamento e condizionamento, l'impiego di fonti di energia rinnovabili e le caratteristiche architettoniche dell'edificio. L'impostazione comune di questa analisi, svolta da esperti qualificati e/o accreditati, la cui indipendenza deve essere garantita in base a criteri obiettivi, contribuirà alla creazione di un contesto omogeneo per le iniziative di risparmio energetico degli Stati membri nel settore edile e introdurrà un elemento di trasparenza sul mercato immobiliare comunitario, a beneficio dei potenziali acquirenti o locatari dell'immobile.

Il punto 14 invece sottolinea:

Tuttavia, il miglioramento del rendimento energetico globale di un edificio esistente non implica necessariamente una completa ristrutturazione dell'edificio e potrebbe invece limitarsi alle parti che sono più specificamente pertinenti ai fini del rendimento energetico dell'edificio e che rispondono al criterio costi/efficienza.

A questo riguardo, secondo Ernesto Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia, la procedura dell'Europa contro l'Italia, ha segnalato che le detrazioni del 55% restano necessarie quali strumento di crescita. L’inserimento infatti nel Decreto “Salva Italia” della proroga di un anno delle detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici è stato accolto con soddisfazione dopo un'importante azione portata avanti dalle Associazioni di categoria verso il Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e Finanze Mario Monti, il Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, nonché il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. 

        UnioneEuropea



Nessun commento:

Posta un commento